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Cosa accade quando la luce che colpisce i recettori sulla retina non proviene direttamente da una sorgente, ma è riflessa da una superficie interposta? Il colore visibile di una qualsiasi superficie dipende infatti dal potere di quella superficie di assorbire una parte della luce ricevuta dall’ambiente e di rimandarne verso l’osservatore la parte non assorbita sotto forma di luce riflessa. I tre colori di base utilizzati nel sistema sottrattivo sono: il ciano, il giallo e il magenta.
Ciascuno di essi ha la proprietà di bloccare, cioè di sottrarre alla vista, uno dei colori primari della sintesi additiva e di riflettere gli altri due. Ciano, giallo e magenta sono perciò considerati i colori primari della sintesi o mescolanza sottrattiva, cioè di quella mescolanza di pigmenti che genera la visione di colori subordinata al modo in cui
essi riflettono la luce bianca. Come il sistema RGB, anche CMYK è uno specifico metodo per la visualizzazione dei colori.
Partendo da tre colori complementari a quelli RGB, abbiamo: C (ciano), M (magenta,) Y (giallo), la K sta ad indicare il nero. Miscelando questi colori in modo sottrattivo possiamo ottenere quasi tutti i colori possibili. Il metodo consiste nel “togliere” dalla parte riflessa un colore base, infatti:
Il metodo sottrattivo viene applicato in tutte quelle circostanze in cui i colori sono generati per riflesso di raggi di luce bianca (ad esempio pellicole, stampe, ecc…). Prendiamo per esempio una foto stampata, il colore a occhio nudo appare pieno. In realtà è un rosette, cioè un pattern puntinato controllato dal computer e stampato su carta.
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Elementi di Comunicazione Visiva – Manuale teorico di progettazione tra creatività e scienza
Pagina 15 – Il Sistema Sottrattivo CMYK